Sicurezza Stradale

Nel 2009 ci sono stati più di 4.

22 Oct 2011 motorpad.it
Sicurezza Stradale
Nel 2009 ci sono stati più di 4.000 morti per incidenti della strada: un morto e 70 feriti ogni due ore. Un numero agghiacciante di vittime 7 volte più grande di quello registrato tra i soldati americani in Iraq, per un costo complessivo di 30 miliardi, pari a 2 punti del nostro Pil. Cifra enorme per un Paese dissestato dal debito come il nostro che, costi a parte, preoccupa soprattutto per l’alto numero di feriti, un terzo sotto i 30 anni, con invalidità gravissime.

Vite sconvolte da quella che appare agli occhi di tutti una vera e propria mattanza. Una tragedia nazionale contro cui si sono intensificate negli ultimi mesi molte campagne di sensibilizzazione mediatica volte ad informare correttamente chi guida sui rischi che si corrono in strada con video-shock di sicuro impatto che, attraverso immagini e suoni che riproducono con crudezza la dinamica e le conseguenze fisiche degli schianti o ricordano cosa un incidente, mortale o comunque grave, possa far perdere a livello umano e affettivo, mirano a far riflettere chi si mette al volante su come un incidente stradale possa in fondo cambiare per sempre la vita.
Non più con allusivi giochi di parole ma con immagini “forti” che creano un’impressione violenta ed un improvviso turbamento; che ci ammoniscono su come spesso gli incidenti non siano frutto di tragica fatalità bensì logica conseguenza di un mancato rispetto delle regole.

Ed ecco allora dopo le carcasse delle macchine accartocciate poste sulle rotonde o i simbolici mazzi di fiori agli incroci, i volti deturpati e i corpi mutilati dei sopravvissuti, le loro storie, le loro menomazioni. Qualcuno ha storto il naso, ha parlato di un messaggio inaccettabile di disabilità da intendersi come castigo, disgrazia o fonte ineluttabile di sofferenza e dipendenza dagli altri.
Conosco il mondo della disabilità e condivido appieno l’idea che l’handicap possa assumere significati e ricadute diverse a seconda di quelle che sono le politiche e i servizi sanitari. Per questo comprendo lo sfogo di chi teme che concetti come ‘passare molto tempo a casa o muoversi solo in carrozzina’ possano giustificare in qualche modo la segregazione. Ma personalmente non trovo questi spot “pregiudizievoli, di comodo o troppo facilmente e conformisticamente condivisibili”. Penso invece che ci si debba soffermare sull’intento lodevole dell’iniziativa.

Ogni anno si contano infatti in Italia 20.000 nuovi paraplegici da trauma della strada. Non sono tragici “castighi” fonte di sofferenza e di dipendenza da subire, sopportare o compatire ma una realtà che deve essere di monito e sprone per le tante iniziative in divenire, dalla raccolta firme per una nuova proposta legge sull’omicidio stradale all’idea di un “ergastolo” della patente. Come ci ricordano molti studi sull'argomento, gli incidenti stradali sono causati nell'80% dei casi da comportamenti umani errati o sconsiderati. E’ questo il punto su cui dobbiamo riflettere. Ecco perché giudico l’iniziativa coraggiosa: perchè mira a far nascere una nuova cultura di rispetto delle regole ed è un apprezzabile tentativo a lavorare sul futuro. Un brutale invito per i più giovani (ma non solo) a “scegliere la vita”, perché come ripeteva Oscar Wilde “…è un vero peccato imparare le lezioni della vita solo quando non ci servono più.”
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