Mercato auto Italia: a febbraio -2,4%

04 Mar 2019 Paolo Pirovano
Mercato auto Italia: a febbraio -2,4%

Nel giorno dell’entrata in vigore delle nuove norme su Ecobonus ed Ecotassa, sono stati comunicati dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti i dati relativi alle immatricolazioni di febbraio. Il secondo mese dell’anno ha segnato un altro risultato negativo con 177.825 vetture pari ad una flessione del 2,4% rispetto alle 182.228 del febbraio 2018. Il primo bimestre dell’anno si chiude così con un calo complessivo del 4,9% pari a 343.010 vetture vendute, 17.500 unità in meno delle 360.553 del gennaio-febbraio 2018.

L’unico canale di vendita a registrare risultati positivi è stato quello dei privati (+11,4% in volume), la cui quota sale al 58,2% (+7,7 p.p.), al 61,1% nel cumulato. In flessione nel mese le società che scendono al 16,6% di quota di mercato ed il noleggio, al 25,2% di quota. Tra le alimentazioni ancora una pesante flessione a doppia cifra per le auto diesel, con una riduzione dei volumi del 22,6% che porta la quota in febbraio al 45,1% scendendo di oltre 10 punti, che nel bimestre arriva al 26,8% e 43,2% . Salgono di conseguenza quelle a benzina con un + 29,3% e al 42,6% del mercato (43,8% nel 1° bimestre) e le vetture ibride che crescono del 42,7% con una quota che raggiunge il 5,3% del mercato (5,2% nel cumulato). In flessione leggera il GPL con un -1,4% ma stabile nel totale al 5,8% mentre dimezza le vendite il metano che scende all’1,1% di quota sul totale (-1,2 p.p.).

Con questi dati va rilevato che le emissioni di CO2, secondo la media ponderata dei nuovi acquisti, è salita di quasi 10 punti, raggiungendo i 122,2 g/km rispetto ai 112,7 del febbraio 2018, seguendo e aggravando un trend in atto già da diversi mesi. Nel 1° bimestre la CO2 si colloca su 121,5 g/km rispetto ai 112,8 del gennaio-febbraio 2018.

Passando all’analisi per segmento tengono le city car e utilitarie, rispettivamente al 15,4% (+0,7 p.p.) per il segmento A e al 37,4% (+1,4 p.p.) per il segmento B. In calo di oltre il 10% il segmento C che scende al 32,5% (-2,6 p.p.), mentre una flessione dell’1,3% caratterizza il segmento D, al 12,6 di quota sul totale. In forte crescita le vetture del segmento E (+17,3%) che raggiungono l’1,9% di quota sia nel mese sia nel cumulato. In territorio positivo anche le vendite dell’alto di gamma. Analizzando le aree geografiche calano le vendite del Nord Italia, soprattutto nel Nord Est che scende al 34,2% di quota (- 3,1 p.p.), mentre crescono le immatricolazioni al centro (+5,7%) che sale in rappresentatività al 20,2%, nel Sud Italia (+3,7%) al 9,9% di quota e nelle Isole (+10,3%) al 5,1% del totale.

Proprio i numeri delle fasce più alte sono un segnale evidente di come alcuni acquisti sono stati anticipati per non incorrere nelle tasse previste dai provvedimenti fiscali a carico degli acquirenti di nuove autovetture con emissioni di CO2 superiori a 160 g/km. Il settore, si trova così gravato da un’imposta inefficace e penalizzante, subendo uno stato di incertezza con ripercussioni alle imprese del settore, ampliate dalle modalità del provvedimento Bonus/Malus ricevute all’ultimo minuto e senza tutte le precisazioni necessarie a livello operativo. Molti concessionari, infatti, hanno immatricolato in febbraio vetture con emissioni di CO2 oltre i 160 gr al chilometro per utilizzarle sul mercato dei chilometri zero nei prossimi mesi.

 “Visti gli effetti sul mercato – afferma Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE – ribadiamo ancora una volta l’inefficacia di una misura improduttiva per la riduzione dell’inquinamento, considerato che l’Ecotassa si applica sulle emissioni di CO2 che non sono inquinanti, ma climalteranti, e oltretutto su veicoli di ultima generazione dotati delle migliori e più innovative tecnologie anche per quanto riguarda la riduzione delle emissioni nocive”. “Se a questo – prosegue Crisci – aggiungiamo quanto recentemente diffuso dall’ISPRA, che ha scientificamente provato che il contributo all’inquinamento del comparto delle autovetture e dei motoveicoli è pari a solo il 9%, percentuale che comprende anche le circa 13 milioni di vetture ante Euro 4, se ne ricava che l’attuale formulazione dell’Ecotassa non ha alcun senso”.

Serve  pertanto, un confronto con il Governo per delineare una strategia concreta al fine di conseguire soluzioni utili all’economia del settore automotive, all’ambiente e all’ecosistema produttivo. 

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