McLaren 720S, si rinnova la Sport Series inglese

25 Jul 2018 Paolo Pirovano
McLaren 720S, si rinnova la Sport Series inglese

La presentazione di una supercar è già di per sé una notizia. La possibilità di provarla su strada diventa, poi, un’occasione da non perdere soprattutto quando il modello in questione porta il nome di una delle più prestigiose scuderie di Formula 1.

Sto parlando della McLaren che ha appena rinnovato la 720S, modello che apre la seconda generazione della famiglia Super Series e che sostituisce la 650S Coupé. Questa gamma rappresenta il perfetto mix tra prestazioni ed esclusività e si posiziona tra le Sport Series, che rappresentano l’ingresso nel marchio, e le estreme ed ultraperformanti hypercar della Ultimate Series. Qui rientrano nomi già più che famosi e ricercatissimi dai collezionisti, come la Senna, la P1 ibrida e si inserirà anche la prossima Project BP23 (non è ancora stato svelato il nome) la tre posti con quello di guida centrale che vedremo entro l’anno.

Tornando all’oggetto della mia prova, la 720S nasce intorno alla vasca e alla struttura centrale in fibra di carbonio Monocage II, in grado di assicurare alta resistenza e rigidità e soprattutto leggerezza, con un peso a secco di soli 1.283 kg. Un materiale prezioso e sempre più diffuso nelle supercar, dove McLaren vanta un’esperienza che dura dal 1981, quando John Barnard presentò la MP4/1, la prima monoposto con cellula in carbonio.

Alle spalle del pilota, in posizione centrale-posteriore troviamo il motore, il nuovo V8 bi-turbo di 4.0 litri che eroga 720 PS/710 CV (da qui logicamente la sigla) con una coppia di 770 Nm così da avere un rapporto peso/potenza di 561 CV/tonnellata. Si raggiungono prestazioni di 341 km/h, lo scatto da 0-100 in 2,9 secondi mentre per arrivare a 200 km/h ne servono solo 7,8. Impressionanti i 21,4 secondi per toccare quota 300. Può sembrare un paradosso ma anche i costruttori di supercar lavorano sui consumi e sulla riduzione delle emissioni che nel caso sono rispettivamente di 10,7 litri/100 km nel ciclo combinato con 249 g/km di CO2 secondo le norme NEDC. Prende il posto del 3.8 lt e migliora del 10% la potenza. È abbinato ad una cambio a doppia frizione con bilancieri integrati al volante e non fissi sul piantone con trazione posteriore.

Con questi dati diventa fondamentale anche il valore della frenata e il passaggio da 200 km/h a 0 avviene in soli 4,6 secondi il tutto in 117 metri, richiedendo 6 mt in meno rispetto alla P1. Qui i freni carboceramici fanno davvero un ottimo lavoro, hanno un diametro di 390 mm all’anteriore e di 380 al posteriore con pinze a sei pistoni e l’unico problema che ho riscontrato è la necessità di calcolare che le altre auto sulla strada non sono in grado di fermarsi in spazi ridotti. Cosa che ho puntualmente verificato in autostrada, dove come sempre qualcuno cerca di attaccarsi alla coda della McLaren (chissà perché sono sempre Porsche Panamera o Audi) e che, per evitare di essere tamponato, mi ha portato a dosare la frenata guardando costantemente negli specchietti.

Il costruttore britannico, ha rivisto profondamente l’aerodinamica della 720S, dove le forme sono al servizio della funzione per la massima efficienza e l’elemento che colpisce di più è l’assenza delle prese d’aria dei radiatori laterali nelle portiere. Al raffreddamento ci pensa la doppia pelle della carrozzeria in alluminio che avvolge la scocca in carbonio e convoglia l’aria verso il motore.

La cura dell’aerodinamica riguarda l’ala posteriore che svolge la funzionalità di air-break, e si inserisce automaticamente per ridurre la resistenza, per aumentare la deportanza, o agire come “aerofreno”  per migliorare l’equilibrio e la forza frenante della vettura.  Garantisce il 30% in più di deportanza rispetto a quello della 650S Coupé e lavora in armonia con il diffusore posteriore pronunciato che sale dal fondo piatto.

Alla tenuta di strada contribuisce anche il Proactive Chassis Control II che utilizza un nuovo hardware di controllo del sistema di sospensioni completamente ridisegnate e più leggere. A disposizione tre modalità di guida Comfort, Sport o Track, a seconda delle scelte personali.

Una volta scesi, letteralmente, nell’abitacolo attraverso le porte diedrali che si aprono in avanti ed in alto con un meccanismo di cardini incredibile che prende con se anche un pezzo di tetto, ci si trova immersi nel posto di guida con tutta la plancia e il cruscotto rivolti verso il pilota. Colpisce lo spazio all’interno, ci si muove comodamente senza toccarsi con chi occupa il sedile del passeggero in un ambiente di grande luminosità e ampia visibilità all’esterno.

Due display digitali forniscono tutte le informazioni, quello centrale è un 8 pollici verticale e riguarda le funzioni della vettura, mentre quello dietro il volante è per le operazioni in movimento. A seconda dell’impostazione scelta cambia di colore e si trasforma in “Slim” quando si affronta la pista lasciando visibili solo numero di giri/motore, marcia inserita e velocità, come in un’auto da corsa. Il problema dei bagagli viene risolto con due stivaggi, uno anteriore di 150 litri ed uno posteriore di 210, più che sufficienti per due borsoni morbidi.

Le consegne della McLaren 720S sono iniziate in maggio con un prezzo medio che è circa il 5% più caro del listino della precedente 650S Coupé.

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