Smart 3.0: bigger is better

Terza vita per la Smart e torna anche la Forfour

12 Nov 2014 motorpad.it
Smart 3.0: bigger is better

È davvero molta, “la carne messa al fuoco” dalla Smart terza serie; e pare anche cotta bene. Per il model year 2015 (ma già in vendita da questo mese) il brand si mostra evoluto pur mantenendo le sue radici filosofiche, persino con inaspettati ritorni e attente scelte tecniche.

Infatti, riappare in gran spolvero la Forfour, che ebbe breve vita dal 2004 al 2006, così come i motori turbo benzina, mentre invece esce di scena il diesel.

Ma andiamo con ordine. La Fortwo non cambia la propria lunghezza di mt 2,69 ma è più larga di ben 10 cm, arrivando a mt 1,66. La “piccola” mantiene poi il portellone con apertura in due pezzi, molto apprezzato negli angusti spazi cittadini, ma ora è più pratico da manovrare. Inoltre, tutti gli allestimenti hanno il sedile destro ripiegabile in avanti, per una maggiore versatilità di carico, esprimibile non tanto con i 260/350 litri della misura standard, quanto con la possibilità di trasportare 5 cassette di bottiglie da 1,5 litri, o un passeggino per bambini; oppure, ribaltando lo schienale destro, persino uno snowboard o una sacca da golf.

C’è poi la Forfour che, dal canto suo, abbraccia con maggiore convinzione lo spirito Smart, adottando questa volta una piattaforma con motore posteriore centrale, come la Fortwo, occupando solo 80 cm in più nella lunghezza (mt 3,49).

Ne risulta un family feeling più incisivo ed evoluto. Le nuove Smart, infatti, bilanciano l’originalità di questa impostazione tecnica con un aspetto che strizza l’occhio a una concezione di automobile maggiormente tradizionale e, se vogliamo, più rassicurante. Merito soprattutto dell’impostazione “one and a half box” della carrozzeria (cioè con volume anteriore ora più distinto dall’abitacolo) da una linea di cintura ben pronunciata, dalla calandra più ampia e “automobilistica” e dai gruppi ottici di forma più canonica, soprattutto quelli posteriori.

Risultati molto positivi sono stati ottenuti riguardo al comfort. La maggiore larghezza della Fortwo non solo offre più spazio a bordo, ma ha consentito di aumentare l’escursione delle sospensioni, fondamentale per una maggiore comodità. In quest’ottica si capisce la scelta controcorrente di incrementare anche la spalla degli pneumatici: come riferimento base, ora all’avantreno abbiamo dei 165/65R15 (contro i precedenti 155/60R15) e al retrotreno dei 185/60R15 (175/55R15). Naturalmente, poi, ci si può sbizzarrire con misure più estreme, da 185/85R16 ant. e 205/45R16 post. con tanto di assetto ribassato.

Motori: se la prima generazione era turbo mentre la seconda era atmosferica, ora si può scegliere. Sempre in alluminio, a tre cilindri 12 valvole, ci sono il 1.000 cc aspirato da 71 CV e 91 Nm a 2.850 giri, oppure 900 cc turbo da 90 CV e 135 Nm a 2.500 giri. A questi seguirà un 1.000 con potenza ridotta a 60 CV, per i neopatentati. Per il cambio, si potrà scegliere fra un 5 marce tradizionale e un automatico sequenziale a doppia frizione a 6 rapporti (disponibile più avanti).

Entrambe le versioni sono proposte nei cinque livelli di allestimento Youngster, Sport Edition #1, Passion, Proxy e Prime, con prezzi da 12.750 euro della Fortwo Youngster 70 CV. Fisso a 650 euro il supplemento per passare alla ForTwo, mentre è di 1.170 euro la differenza fra il “mille” e il “900 turbo”.

Come è costume della casa (ricordiamo che Smart è pur sempre figlia di Mercedes) è vastissima la possibilità di personalizzare e arricchire gli equipaggiamenti. Va detto, però, che già la versione di ingresso è tutt’altro che deludente. Sulla Youngster sono infatti di serie il servosterzo progressivo, l’ESP con controllo d’imbardata per il vento laterale, l’hill start assist, le luci diurne a LED, l’autoradio con Bluetooth e vivavoce, il climatizzatore automatico (molto interessante il cursore della temperatura con lente in stile orologiero), la chiusura con telecomando e lampeggio di conferma, il cruise control, il termometro con allerta gelo, il computer di bordo, gli alzacristalli elettrici e cerchi in lega.

Alla prova dei fatti, entrambe le Smart si sono mostrate vetture evolute e ben realizzate. Verificato che, effettivamente, “girano in un fazzoletto” (inversione di marcia in 6,95 mt per la Fortwo e 8,65 mt la Forfour) abbiamo potuto apprezzarne le doti di guida, con il motore 1.000 cc. Su questo, nonostante un tre cilindri si presti di suo a “frullare alto”, i tecnici hanno lavorato per cambiarne la natura. Ne risulta un propulsore particolarmente generoso ai bassi e medi regimi, che ben sopporta rapporti al cambio lunghi senza mostrare affanno. Il nuovo cambio manuale è preciso e non fa certo rimpiangere il controverso automatico precedente. Purtroppo non era disponibile per la prova il nuovo doppia frizione; ma ci hanno detto che sarà eccezionale… per ora ci fidiamo della parola.

La guida su percorso cittadino a Roma, città celebre per essere “caput mundi” ma anche per il fondo stradale spesso in uno stato pietoso, ha confermato come le nuove Smart abbiano fatto passi considerevoli nel comfort, così come nella generale omogeneità di guida. La Forfour ha potuto scarrozzare per i sette colli quattro persone adulte accogliendo abbastanza bene anche chi sedeva dietro.

Il navigatore di bordo fisso e tutto l’infotainment hanno mostrato di funzionare bene e con immediatezza. A tale proposito, va detto che però la Smart sarà proposta soprattutto con il sistema abbinabile al proprio smartphone, soluzione che si sta mostrando vincente su vetture economiche. Quello di Smart consentirà di scambiare informazioni sui posteggi, di dare la posizione della vettura ai passeggeri, di fare da timer per la scadenza del tempo di sosta, di monitorare l’ecosostenibilità del proprio stile di guida e, molto importante, di scaricare materiale cartografico di navigazione, per mettersi al riparo da eventuali zone buie di ricezione del cellulare, così come evitare alte spese di roaming nei viaggi all’estero.

Insomma, se fino a ieri la Smart era apprezzatissima dai propri utenti soprattutto perché “è facilissima da posteggiare”, facendo pensare che la dote migliore scaturiva quando “non” la si usava, ora è anche assai piacevole da adoperare, dando un gusto del viaggio e della guida che non erano mai stati fra le prime voci del catalogo della casa. 

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