Volvo Polestar V60 e S60

Il marchio Polestar identificherà le Volvo più sportive.

05 May 2017 Marcello Pirovano
Volvo Polestar V60 e S60

Dalla pista alla strada, si possono riassumere così le linee guida dei modelli Volvo Polestar, la gamma sportiva che la casa svedese ha iniziato a commercializzare in un numero limitato di paesi tra cui l’Italia.

 

I primi modelli a passare nelle mani della stessa divisione che si occupa delle vetture da competizione che partecipano al mondiale WTCC (Campionato Mondiale per Vetture Turismo) sono la berlina S60 e la station wagon V60. La cura vitaminizzante porta la potenza a 367 CV con 470 Nm di coppia (disponibile tra i 3.100 ed i 5.100 giri) ottenuti dal 4 cilindri biturbo 2 litri che assicura una velocità massima di 250 km/h autolimitata ed uno scatto da 0-100 in 4,7 secondi. Le modifiche al motore hanno interessato, rispetto alle versioni “base” da cui derivano, un turbo maggiorato, un compressore, bielle e alberi a camme, una presa di aspirazione più grande e una pompa di alimentazione con capacità maggiore. La trazione è sulle quattro ruote motrici con una trasmissione della Borg Warner abbinata ad un cambio automatico Geartronic a 8 velocità con comandi al volante, adattato all’incremento di cavalli.

 

 

Si tratta di vera “road legal” che ha comportato una reingenierizzazione della vettura e non è una elaborazione per la ricerca di potenza con oltre 260 modifiche a partire dallo studio dell’assetto dove è stata coinvolta la Ohlins con ammortizzatori regolabili (attraverso un lavoro svolto in officina) in diverse posizioni, le stesse componenti utilizzate su alcune GT in particolare da Lamborghini.

 

 

Altre aree d’intervento hanno riguardato la riduzione del peso ed entrambi i modelli sono stati alleggeriti di 24 kg sull’asse anteriore e di 20 kg complessivamente rispetto al modello precedente. Modificato naturalmente il servosterzo elettro-assistito ora calibrato secondo i parametri dinamici Polestar, i dischi dei freni fessurati sono da 371 mm alloggiati in cerchi da 20”.

 

 

Anche se la scheda tecnica è così curata, non viene trascurato il consumo di carburante e le emissioni sono pari a 7,8 l/100 km e 179 CO2 g/km, nei cicli di omologazione.

 

 

Attualmente le Volvo Polestar sono vendute in 43 paesi e si tratta di serie particolarmente limitate. Per l’Italia saranno disponibili solo una decina di esemplari attraverso una rete commerciale selezionata.

 

 

Anche Volvo quindi si dota di una propria divisione performance sulla scia di quanto già visto dai costruttori tedeschi, vedi AMG per Mercedes, M per BMW o S/RS per Audi. Oltre a preparare dei modelli specifici Polestar lavorerà anche sull’ottimizzazione dei motori attraverso dei kit specifici e sulla preparazione di pacchetti estetici caratterizzati in chiave sportiva.

 

 

Non tutti la conoscono ma Volvo vanta una lunga tradizione sui circuiti, iniziata nel 1985 con la 240 Turbo Gruppo A, vincitrice di un campionato Europeo, e proseguita con la 850 Superturismo del 1996, inconfondibile nella versione station wagon. Recentemente il ritorno alle competizione è avvenuto con una C30 per poi passare alla S60.

 

 

Questa è protagonista nel WTCC, il Mondiale Turismo e proprio nell’ultima tappa di Monza ha conquistato con il pilota svedese Thed Bjork la vittoria in gara-2 candidandosi apertamente alla lotta per il titolo.  Partecipa attraverso il team Polestar Cyan Racing, emanazione diretta della casa con tre le berline spinte dal 1.600 cc da oltre 400 CV ed affidate anche all’olandese Nick Catsburg e all’italo-argentino Nestor Girolami.

 

 

Polestar è stata fondata come scuderia automobilistica nel 1996 e ha partecipato con successo a numerosi campionati nazionali sempre con modelli Volvo. Nel 2009 ha iniziato a offrire prodotti ad alte prestazioni, intensificando i rapporti commerciali con il marchio e le prime vetture basate sui modelli S60 e V60, sono state introdotte nel 2014.  L’anno successivo Volvo Cars ha acquisito la divisione che si occupa di auto stradali.

 

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