A margine dell’operazione Mahindra/Pininfarina

Il Gruppo indiano Mahindra acquisisce Pininfarina che passa di mano dopo 85 anni. E’ bene o male?

16 Dec 2015 motorpad.it
A margine dell’operazione Mahindra/Pininfarina

Doveva succedere ed è successo. È Un altro pezzo storico del made in Italy dell’auto, nei suoi aspetti più universalmente apprezzati che passa di mano. È la gloriosa Pininfarina che finisce nell’orbita del grande e diversificato Gruppo indiano Mahindra chiudendo ufficialmente un ciclo che già aveva visto uscire di scena o cambiare passaporto e proprietà anche Bertone e Giugiaro.

“L’italianità garantita e ci saranno nuove opportunità” ha affermato Paolo Pininfarina che ha guidato un lungo periodo di trattative e di difficoltà che, di fatto, avevano già consegnato l’Azienda ai creditori mettendone fortemente a rischio la stessa sopravvivenza.

Da questo punto di vista l’operazione è da considerarsi positiva e nel segno dei tempi. Segue infatti quanto è successo per altre eccellenze italiane cominciando dalla moda, dall’agroalimentare, dalla telefonia, da altre industrie di peso in altri settori.

Meglio, in sostanza, finire nelle mani di un solido Gruppo del settore che intende sicuramente investire in particolare per dare, con questa acquisizione, un forte incremento all’immagine dei suoi marchi e una stabilità finanziaria per il futuro.

Si può semmai discutere - romanticamente - se davvero Pinin (il nonno fondatore) Sergio (il padre che ha portato l’azienda familiare al massimo sviluppo) e Andrea  (il fratello prematuramente scomparso) “sarebbero fieri” della soluzione trovata. Ma sono questioni che - comprensibilmente - attengono alla sfera del privato.

E se è vero che gli anni dei grandi “carrozzieri italiani”, così come il mondo intero li conosciuti ed apprezzati è finita. Si sono però salvati un’azienda e i posti di lavoro e si aprono concrete prospettive di stabilità e sviluppo.  

Quanto ai “carrozzieri”, che nel tempo hanno trasformato i loro laboratori d’elite in aziende, è ormai evidente che sempre più esercitano il loro creativo e stimolante lavoro all’interno dei Centri Stile del settore che, magari, hanno contribuito a formare e far crescere. Ha forse davvero ragione Giugiaro. Nel suo commento all’operazione Mahindra/Pininfarina parla della necessità di un vero e proprio ritorno alle origini “…il mestiere del designatore di automobile - e coerentemente continua definirlo “mestiere”- deve tornare ad essere quello dell’artigiano”. Ma il mondo dell’auto va da un’altra parte. Non è una resa, tutt’altro, sono i tempi che cambiano, E non è detto che sia in peggio.

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