Forum AutoMotive 2022

25 Oct 2022 Paolo Pirovano
Forum AutoMotive 2022

La complicata transizione green, lo sviluppo dell’innovazione made in Italy su quattro ruote, l’invasione dei brand cinesi sul mercato europeo e i rischi sociali, economici e occupazionali connessi alla svolta elettrica, Sono stati i principali temi al centro dell’evento FORUMAutoMotive, il movimento di opinione sui temi legati alla mobilità a motore promosso dal giornalista Pierluigi Bonora, in programma a Milano.

Tra gli argomenti trattati si è discusso anche sulla crisi energetica degli ultimi mesi e la tempesta “perpetua” sul mondo automotive che stanno mettendo in dubbio tempi e modalità della transizione ecologica al 2035 nel nostro Paese e a livello europeo. Gli effetti in Italia sono evidenti: il mercato delle immatricolazioni procede lentamente, soprattutto nel Sud Italia per il calo della capacità di spesa delle famiglie, e a fine anno si fermerà a quota 1 milione e 300mila veicoli. L’elettrico stenta.

Questi i principali spunti sollevati dai relatori con il promotore di #FORUMAutoMotive Pierluigi Bonora che ha introdotto i lavori, evidenziando come “la tecnologia ha inciso tantissimo sia sul fronte della sicurezza sia dal punto di vista della riduzione delle emissioni. Peccato, però, che di questa evoluzione si sia inserita l’ideologia martellante contro le motorizzazioni endotermiche. Non basta l’ideologia, ma servono azioni concrete da tutta l’Europa e non ragionare come singolo Stato. Ci vuole più razionalità, il green non deve diventare un business”.

La tavola rotonda “Come cambia l'offerta in Italia. Cinesi pronti all'invasione” moderata da Umberto Zapelloni - Responsabile inserto Mobilità ”il Foglio”, è stato il momento centrale della giornata di lavori.

È intervenuto Andrea Bartolomeo - Country Manager- Vice President at MG Motor Italy: “L’esperienza di MG è diversa da Volvo. La questione dopo il rilancio in Europa è stata scegliere tra diventare un brand di volumi o un marchio riconosciuto. Noi spingiamo per coprire tutti i segmenti. E bisogna arrivarci con una gamma, per rispondere a tutte le esigenze e richieste. Oggi noi proponiamo un’offerta 70% termica e 30% elettrico, con soluzioni ibride. Puntiamo a rispondere alle esigenze di clienti che entrano in concessionaria e non trovano i prezzi di 5 anni fa. La forza del nostro marchio è la storicità; è riconosciuto e riconoscibile e non viene associata al prodotto cinese come qualche anno fa”.

La parola è poi passata a Dino Brancale, Amministratore Delegato AVL: “Siamo ben piazzati per quanto riguarda i powertrain alternativi e l’Euro 7 sembra una spinta esagerata che porta a un cambiamento immotivato. Ora sono già presenti soluzioni a emissioni zero, diverse dall’elettrico, che contribuiranno alla transizione. I cinesi stanno venendo a investire qui e collaborano con gli europei per la produzione di vetture elettriche. Basti pensare agli arabi che stanno investendo molto sull’elettrico. La CO2 va abbattuta senza eliminare la competizione. L’Europa deve combatterla inserendo regole uguali per tutti, così da valutare gli investimenti”.

 

Tra i rappresentanti del brand automobilistici, Michele Crisci - Presidente Volvo Italia: “Volvo, in questi 12 anni dall’acquisto dei cinesi di Geely, è rinata e non è mai stata svedese come oggi. Gli investimenti sono stati ingenti per farla tornare ‘svedese’ creando un valore del marchio. La nostra è stata un’esperienza positiva. La parola invasione ha sempre un’accezione negativa, ma potrebbe solo nascondere una possibilità di competizione. Per vincere bisogna arrivare a un’ampia offerta per il consumatore di prodotti realmente di aiuto all’ambiente”.

Forte dell’esperienza diretta sul campo, Federico Daffi - Presidente di Eurasia Motor Company, ha osservato come: “sono in Cina dal 2003 e abbiamo iniziato con l’importazione di uno dei marchi cinesi. Fino ad adesso abbiamo fatto “il lavoro sporco” commercializzando solo endotermico. Con il China 6, tante società cinesi si sono potute affacciare al mondo automotive europeo. Io credo che ci sarà una vera transizione, ma non completa, e conviveranno i diversi sistemi di alimentazione delle vetture”.

Diverso il punto di vista di Marco Saltalamacchia - Executive Vice President & CEO del Gruppo Koelliker: “L’auto è globale, non bisogna differenziare la Cina dall’Europa in base alla produzione. La differenza tra Corea, Giappone e Cina nell’industria dell’automobile è particolare, in quanto Corea e Giappone hanno dovuto puntare sulla globalità. La Cina, invece, punta su se stessa, avendo una popolazione grande e nazionalista. Per cui ci sono alcuni falsi miti da sfatare, come il controllo del litio. L’auto elettrica invece deve decidere se seguire una prospettiva di vicinanza al consumatore o all’industria”.

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