Peugeot 205 GTi Gutmann - Prova Vintage

Proviamo la 205 GTi Gutmann e torniamo indietro nel tempo.

21 Jul 2016 Paolo Pirovano
Peugeot 205 GTi Gutmann - Prova Vintage

Oltre alla visita alla Galerie Peugeot a San Giminiano abbiamo avuto la possibilità di fare un salto indietro nel tempo, automobilisticamente parlando. Peugeot Italia ha sempre curato con attenzione l’heritage del marchio, tanto da inserire all’interno delle vetture del parco stampa alcuni tra i più significativi modelli che abbiamo avuto la possibilità di guidare. Una scelta quanto mai ampia e variegata che comprendeva le sportive 205 Gutmann, 106 Rallye, le scoperte 205 CTI e Roland Garros, la 504 Cabriolet, la 204 Coupé e la 604 Limousine Heuliez auto che ha trasportato Papa Giovanni Paolo II durante la visita in Francia.

Auto molto diverse tra loro che per una giornata ci hanno riportato ad una guida “d’altri tempi” senza elettronica e sistemi di assistenza, con un rapporto tra guidatore e veicolo molto diretto e sincero.

Come la 205 GTi 1.9 16V Gutmann, una rarissima elaborazione sportiva, solo poco più di 300 esemplari costruiti di cui solo una decina in Italia, realizzata dal preparatore tedesco, ancora oggi concessionario Peugeot, a Breisach, cittadina tedesca ad una cinquantina di chilometri a nord di Mulhouse. Ha portato la potenza dagli originali 130 CV a 160 CV sostituendo la testata con quella a 16 valvole della 309, utilizzando una centralina con diversa mappatura, aggiungendo un radiatore per il raffreddamento dell'olio, un filtro aria e uno scarico sportivo.

Logicamente anche il resto della meccanica è stato adatto con sospensioni ribassate di 30 mm, montata una barra duomi anteriore, il rapporto della quinta era stato allungato (da 0,88 a 0,81), mentre il rapporto finale era stato accorciato da 3,68 a 3,94. Rinforzato e sinterizzato il disco della frizione e le pastiglie dei freni a disco erano con mescola speciale.

Le differenze all’esterno erano contenute e si differenziava dalla 205 GTi per gli pneumatici 195/50-15 montati su cerchi in lega speciale “Gutmann” a canale lucido 7x15 e per il logo 16V posteriore, mentre all’interno la strumentazione bianca, il volante a tre razze, il pomello del cambio e la scritta sul cruscotto erano specifici per il modello.

Con questa scheda tecnica non si può dire che non sia divertente da guidare, e ancora oggi assicura prestazioni di rilievo soprattutto nelle strade strette e tortuose dove sfrutta al meglio il rapporto peso/potenza estremamente favorevole. Bisogna prestare qualche attenzione nelle frenate per non affaticare più del dovuto l’impianto dosando con attenzione perché senza ABS e dare gas al momento giusto per evitare un sottosterzo in uscita, tipico delle piccole sportive del periodo. Preciso lo sterzo ma richiede il giusto sforzo fisico; anche qui si sente l’assenza del servosterzo soprattutto nelle manovre di parcheggio.
Il comfort risente dell’assetto rigido che se da un lato si esalta nel misto dall’altro soffre alle andature cittadine e turistiche mentre all’interno non si ha nulla, dalla radio al clima; quando fa caldo si abbassano i finestrini.

Notevole il motore che come i 16V sportivi sale dolcemente ma ai 4.000 giri (ed in terza marcia) arriva velocemente a limitatore fissato a 6.500g/min con una spinta continua ed un suono davvero piacevole. Auto così, purtroppo, non ne fanno più.

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