PEUGEOT 208 R2

11 Sep 2013 motorpad.it

Qualche volta capita la fortuna di provare delle vetture davvero speciali e siamo stati invitati a guidare la Peugeot 208 R2, la vettura utilizzata da Paolo Andreucci, sempre navigato da Anna Andreussi nel Campionato Italiano Rally.

Teatro del test un tratto del Rally del Ciocco, la parte finale della Carregine, opportunamente chiusa al traffico, dove abbiamo vissuto, una giornata da piloti ufficiali con tutto il team a nostra disposizione.

A farci da guida e a svelarci i segreti della 208 R2, il pilota titolare, quanto mai prodigo di consigli su come affrontare la “prova speciale” che ci attendeva. Forse voleva essere sicuro di riavere intatta la vettura a fine prova.

La scheda tecnica si basa su un motore di 1598 cc aspirato da 185 CV a 7800 giri, con trazione anteriore trasmessa attraverso un cambio sequenziale meccanico a cinque rapporti, differenziale autobloccante ed un peso di 1030 chili.

Vista la potenza contenuta, potrebbe sembrare semplice da guidare ma stiamo parlando di un’auto da corsa, quindi il discorso cambia completamente.

Dopo le ricognizioni sul percorso, si passa alla pratica. Una volta bloccato dalle cinture mi vengono spiegati i comandi. Tutto sembra chiaro, l’avviamento è un pulsante tra i due sedili, il display centrale indica il rapporto inserito, e il cambio sequenziale è attaccato al volante. Tirando si sale di marcia mentre in direzione opposta si scala. Il freno a mano è la leva più alta.

Parto e non faccio spegnere il motore. Tra le cose da guardare ci sono i led che indicano il momento della cambiata, non bisogna fidarsi del proprio orecchio altrimenti non si sfrutta al meglio la 208.

Passaggio dopo passaggio prendo confidenza e la cosa che noto immediatamente è che pur trattandosi di una trazione anteriore, non ci sono fenomeni di movimento del posteriore; l’auto non sbanda e anzi segue perfettamente l’avantreno. Poi un meccanico mi ferma e mi indica il tendone. Game Over!

Ma non è finita ed è rimasto del tempo per fare qualche passaggio a fianco di Andreucci.  E’ un altro modo di guidare, di sfruttare l’auto. Tutte le manovre avvengono ad una velocità di esecuzione incredibile con una sintonia tra mezzo e pilota assoluta.

Insomma si capisce perché è lui il campione in carica.

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