Alfa Romeo Giulia

Si è fatta attendere a lungo ed ora che è pronta e affronta i primi giudizi della strada, il discorso gioca tra l’emozione per il suo ritorno e la razionalità di una tecnica che viene presentata, quasi con ostentazione, pronta a qualsiasi confronto. Certo è difficile decidere. Forse ha ragione Harald Wester, il grande capo del brand, che qualche battito in più del cuore non sa nasconderlo, tanto da aprire la sua presentazione con un coinvolgente “…bisogna lasciarsi andare all’emozione” che segue il perentorio proclama di Marchionne “…nessuno ha una macchina così” che suona come sfida a certe gerarchie da (troppo) tempo consolidate nel settore dove la Giulia va a cercare spazio e confronti.

Di sicuro il compito affidato alla nuova arrivata è molto superiore e impegnativo a quello che normalmente un Costruttore affida ad ogni nuovo modello. Qui si tratta di rilanciare un mito, un pezzo della storia dell’auto e dell’Italia e di portare il tutto prima in Europa, poi alla riscoperta dell’America e infine alla conquista dell’Asia. Una orgogliosa dichiarazione che tra i migliori ci siamo anche noi, quasi a ribadire che ancora, se ancora ci fosse, Henry Ford si toglierebbe il cappello vedendo passare un’Alfa Romeo. Questa Alfa Romeo.

Era tanto, tantissimo tempo che un’auto non toccava certe corde. E adesso, se volete, vi racconto come va quella che ho avuto occasione di provare su strada. Con la tecnica che riprende i suoi diritti e dà sostanza e concretezza alle emozioni.