FIAT esce da Confindustria

La decisione era nell’aria da tempo ma sembrava in qualche modo rientrata con “ l’approvazione da parte del Parlamento dell’Articolo 8 che prevede importanti strumenti di flessibilità oltre all’estensione della validità dell’accordo interconfederale

03 Oct 2011 motorpad.it
FIAT esce da Confindustria
La decisione era nell’aria da tempo ma sembrava in qualche modo rientrata con “ l’approvazione da parte del Parlamento dell’Articolo 8 che prevede importanti strumenti di flessibilità oltre all’estensione della validità dell’accordo interconfederale ad intese raggiunte prima del 28 giugno”.

Ma poi, a parere dell’ A.D, di Fiat “… con la firma dell’accordo interconfederale del 21 settembre è iniziato un acceso dibattito che, con prese di posizione contraddittorie e addirittura con dichiarazioni di volontà di evitare l’applicazione degli accordi nella prassi quotidiana, ha fortemente ridimensionato le aspettative sull’efficacia dell’Articolo 8. Si rischia quindi di snaturare l’impianto previsto dalla nuova legge e di limitare fortemente la flessibilità gestionale”.
A questo fa esplicitamente riferimento Sergio Marchionne nella lettera alla “cara Emma” Presidente di Confindustria, per ufficializzare l’uscita della Fiat dall’Associazione che rappresenta le imprese italiane a partire dal 1° gennaio 2012.
Aggiunge infatti Marchionne “… Fiat, che è impegnata nella costruzione di un grande gruppo internazionale con 181 stabilimenti in 30 Paesi, non può permettersi di operare in Italia in un quadro di incertezze che la allontanano dalle condizioni esistenti in tutto il mondo industrializzato”.

Per capire quali effetti produrrà questa decisione, non solo nelle relazioni industriali, ma anche e soprattutto sul futuro del Gruppo torinese (ma si può ancora definirlo così?) non si dovrà attendere molto e ancor meno per le polemiche che ha immediatamente provocato.
Intanto la Borsa ha reagito con la prontezza e la “freddezza” che le è tipica: un tonfo delle quotazioni dei titoli di Fiat e di Fiat Industrial del 4% circa e quindi con una perdita di capitalizzazione; con l’esagerazione che è propria dei paradossi si comincia a dire che oggi conviene non tanto comprare una Fiat, ma “la Fiat”. Che con i criteri della Borsa “verrebbe via” con quattro soldi.

A parziale “addolcimento” della notizia Marchionne ha confermato che a Mirafiori sarà prodotto, a partire dalla seconda metà del 2013, un SUV con marchio Jeep. Sarà inoltre prodotta a Torino l'Alfa Romeo Mito, comprese le nuove versioni.
Sarà infine assemblato nell’impianto di Pratola Serra (Avellino) un nuovo motore Alfa Romeo, sovralimentato a benzina di 1.800 cc che potrà disporre di una potenza massima di 300 CV.
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