ALFA ROMEO 4C

Tremate. tremate le Alfa son tornate.

25 Sep 2013 motorpad.it
ALFA ROMEO 4C

Vien voglia di salutarla così la nuova 4CDa qui parte il nuovo piano di rilancio dell’Alfa Romeo e lo fa andando ad attingere a quel patrimonio di tradizione e cultura che sono da sempre parte integrante del marchio.

Una vettura che prima di tutto avrà il compito di riportare l’Alfa all’interno del segmento Premium e di diventare l’ambasciatore a livello globale delle capacità tecniche della casa. Un’auto che piacerà sicuramente a quella moltitudine di irriducibili “Alfisti” che aspettano da tempo qualcosa che riporti d’attualità la sportività e le emozioni delle indimenticabili Giulietta e Giulia.

Tre le linee guida seguite per realizzarla: tecnologia, performance e stile. Assomiglia tanto, nell’immagine che trasmette a prima vista, alla mamma “33 Stradale” disegnata da Scaglione del 1967; il responsabile dello stile Alessandro Maccolini ha parlato anche della ispirazione che è arrivata dalla Scarabeo del 1966 oltre che dalla Disco Volante (1952) e dalla Giulietta Sprint Speciale. I cromosomi stilistici, quindi ci sono tutti come la voglia di correre e fare un bel rumore, componente non secondario del piacere di guida in auto come questa.

Vediamo allora come è fatta. E’ una coupé due posti, leggera, compatta (3.998 mm), cattiva ed elegante con una certa aria minacciosa, ben piantata in terra (1.864 mm e alta solo 1.183 mm), con un passo di 2,40 mt.

Cifre che esprimono una forma dinamica e agile e che, di certo, sono fondamentali per una guida tutta da godere specie sui percorsi misti o su quelle piste come quella di Balocco dove ci si offre l’occasione per una presa di contatto.

Leggerezza, dicevamo, solo 895 kg. Frutto del largo impiego dell’alluminio e della fibra di carbonio per la monoscocca che pesa solo 65 kg. Una ricerca maniacale in ogni dettaglio quello dell’eliminazione del superfluo e del mantenere sotto controllo i chili di troppo. Un esempio: il sedile del passeggero è fisso, senza le linee guida per scorrere o il climatizzatore offerto come optional gratuito. Sta al cliente scegliere quale livello di comfort.

Il piacere di guida viene dal motore 1.750 cc (altra cifra che in Alfa vuol pur dire qualcosa) sovralimentato e ad iniezione diretta che manda alle ruote 240 CV con una coppia di 350 Nm, per una velocità massima di 258 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi. Deriva dal Quadrifoglio Verde della Giulietta ma è stato completamente rivisto e modificato tanto da guadagnare 22 kg di peso.

Viene montato centralmente in posizione trasversale ed è abbinato ad un cambio a doppia frizione a secco TCT a sette rapporti dagli innesti rapidi, solo 130 ms per la cambiata e naturalmente alla trazione posteriore, senza la quale un’Alfa sportiva non sarebbe tale e il divertimento ne soffrirebbe di molto.

Quello che conta, però è il rapporto peso/potenza che si fissa sotto i 4 kg/CV, il bilanciamento della vettura che distribuisce il peso tra gli assi in rapporto 40 all’anteriore e 60 al posteriore. Contano poi, eccome, le tecnologie di supporto al pilota con il sistema DNA che aggiunge anche la modalità Race e il Launch Control.

Non meno importanti le sospensioni a triangoli sovrapposti davanti fissate direttamente sulla scocca e a McPherson evoluto dietro, il differenziale elettronico Q2 lo sterzo meccanico preciso e sincero, con il quale però è necessario prendere la giusta confidenza.

Ovvio che le qualità dinamiche si apprezzino e si portino più facilmente al limite sulle curve in pista dove sono possibili tutti gli allunghi che si vogliono e tutti i controlli degli appoggi e delle derapate che si provocano per il puro piacere di dominarle. Sulle strade normali, bisogna prestare la giusta attenzione per controllare le prestazioni che difficilmente sono a velocità codice. Il tempo di 8’04 registrato a Nurburgring da un collaudatore tedesco con la vettura di serie e gomme sportive, sono un bel biglietto da visita.

Gli interni sono semplici e essenziali e girano intorno al posto di guida, davvero sportivo con il pedale del freno incernierato in basso (come nelle monoposto), il volante a due razze, il cruscotto interamente digitale e la fibra di carbonio in bella evidenza. Per arricchirlo e completarlo sono a disposizione dei pacchetti (Race e Luxury) appositi che comprendono anche i pneumatici race.

Una vera auto da corsa adatta per le giornate in circuito, estrema anche nel bagagliaio piccolo e posto dietro il motore capace di ospitare al massimo una borsa morbida.

Sarà prodotta artigianalmente a Modena presso gli stabilimenti della Maserati in sei colori per i 3500 esemplari all’anno, solo 1.000 dei quali riservati all’Europa. Mi sa che sono pochi.

Il listino muove da 53.000 euro più messa in strada.

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