Moto GP Olanda

Rossi vince nonostante la carenata all’ultima curva di Marquez.

29 Jun 2015 motorpad.it
Moto GP Olanda

Ad Assen, 8° appuntamento del motomondiale 2015, Rossi compie un capolavoro. E’ velocissimo in ogni sessione crono e scattando dalla pole domina il GP olandese dando una notevole prova di forza fisica, tecnica e mentale. Meglio di così non poteva fare nei confronti di Lorenzo, suo nemico per il titolo iridato, che è esistito nei primi 2 giri, quando dalla 8a casella in griglia ha recuperate fino al 3° posto, tagliando così il traguardo, ma staccato di 15 secondi! Tra il maiorchino e Rossi in Olanda si sono invertite le posizioni degli ultimi 4 GP e Lorenzo ha capito quanta fatica si fa a recuperare partendo dietro. Jorge non ha digerito i benefici del nuovo telaio Yamaha e ha sempre faticato ad esser veloce. Sebbene non soddisfatto del risultato, riesce a far suo il bicchiere mezzo pieno di punti mondiali: "E' un ottimo risultato, perché la mia situazione era difficile qui... Ho fatto un primo giro incredibile, passandone molti ma non avevo il passo di Valentino e Marc ed ho salvato il terzo posto per questo campionato così combattuto. Non è un problema essere a -10 da Rossi. Sono stato anche a -29 e ho recuperato".

Marquez è rinato grazie al telaio 2014, che flette di più e permette maggiore guidabilità. Il baby campione del mondo non è più irraggiungibile, anzi tutt’altro, ma col mix tecnico tra vecchio e nuovo è conscio di poter stare coi primi. E’ stato l’unico a dar fastidio a Rossi in gara e per pochi giri è stato anche al comando (mancavano 7 giri), ma risorpassato a -3 e non avendo altri modi per vincere, ha giocato la carta dell’azzardo all’ultima curva, entrando in modo deciso e brutale su Rossi, che non poteva smaterializzarsi. La carenata è stata ammessa da Livio Suppo, suo team principal, che recatosi subito in Race Direction ha ammesso la scorrettezza del n93, non presentando reclamo. Presa la botta, Vale ha tagliato l’ultima chicane e percorrendola sulla ghiaia ha fatto suo il GP olandese, raggiungendo così 111 podi in carriera e 9 vittorie sul TT, il circuito di Assen, ex università della moto. "Marquez alla fine mi ha toccato, ho dovuto tagliare - ha dichiarato il Dottore a fine gara - forse pensava di essere nei videogame. Non potevo fare altro! 25 punti sono importanti e questa 3a vittoria stagionale è stata dura. Ero veloce dall'inizio e ho cercato di distanziare, però non prendevo margine su Marquez. Ho pensato “tocca giocarsela” e spingendo al massimo l’ho ripassato all’esterno (con super ovazione degli oltre 97.000 presenti, ndr) e con un tempone al penultimo giro. Ma all'ultima curva si è fatto sotto: quando lotti con Marquez ti aspetti una carenata e puntualmente è arrivata. Ho dovuto tagliare e… sulla ghiaia ho fatto tesoro dell'esperienza off-road del Ranch...dove mi alleno". Un GP pazzesco, da lasciare senza fiato chi era davanti alla tv, coi due primi attori che per 26 giri sono rimasti uno incollato all’altro, confezionando un capolavoro, con la chicca finale dell’ultima possibilità, quella del “o la va o la spacca”.

Ambedue hanno rivisto le immagini del contatto, ma nessuno ha cambiato idea. Marquez si crede “vincitore morale” perché era all’interno e ha fatto regolarmente l’ultima curva, Rossi perché davanti e centrato sul braccio non ha potuto curvare, tagliando la chicane e accelerando per non cadere nella sabbia. Il regolamento dà diritto di traiettoria a chi è davanti e Marquez non lo è mai stato, arrivando al massimo al braccio di Rossi. Indispettisce però la mancanza di umiltà del “Cabronsito” (testa dura, per l’appunto) che non vuole sentire ragioni rispetto al suo (sbagliato) pensiero. Sia Rossi sia Marquez sono piloti di razza, nessuno dei due ama arrivare secondo e un simile finale era ampiamente pronosticabile prima o poi. Usare le scorrettezze come termine ultimo però, è un’altra storia, perché da nessuna parte sta scritto che il campione del mondo ha la precedenza, né che bisogna ostacolare gli avversari o che anziani centauri devono agevolare i sorpassi o farsi da parte. Marquez non può arrampicarsi sugli specchi, ma accettare il fatto che la n93 non gli dà quel margine in più come nel 2014, anzi deve rincorrere le Yamaha, che passo dopo passo hanno risolto il gap tecnico ed ora sono le moto da battere. Nonostante avesse scelto la gomma dura anteriore (rispetto alla soft di Rossi) per una maggior competitività nel finale. Dopo tre cadute per eccesso di foga, con la carenata “intimidatoria”, Marquez ha dato ampio risalto al suo bagaglio adrenalinico, repertorio che rischia di falsare le carte in tavola tra chi lotta per il titolo. E lui non è in quella lista per suoi errori.

Vale il decimo titolo lo vuole a tutti i costi, ci crede. Ha capito che per stare davanti a Lorenzo deve iniziare dalle prove. Ha addirittura fatto la pole, giusto per dare una botta psicologica al compagno rivale, che credeva nel sorpasso iridato. Invece Lorenzo mastica amaro, solo lontano spettatore del duello da fantascienza tra il datato nove volte campione ed il baby Marquez. Rossi non poteva fare di più! Ha fatto anche la gag della piroetta davanti alla tribuna dei suoi fans, il mondo in giallo. Il sogno iridato continua, rinforzato da questa dimostrazione di solidità. In Germania tra 2 settimane, prima dello stop estivo di fine luglio, vedremo se Lorenzo ha accusato il colpo e se Marquez (strano ma vero) sarà l’ipotetico alleato di Rossi nella distribuzione dei punti iridati. 

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