Crollano in Italia le vendite di auto a marzo

02 Apr 2020 Paolo Pirovano
Crollano in Italia le vendite di auto a marzo

Come era fin troppo semplice e prevedibile uno dei settori più colpiti dall’epidemia del Covid-19 è stato quello dell’automobile. A marzo le vendite di automobili in Italia, hanno subito un vero e proprio tracollo, in pratica si sono azzerate per la chiusura delle attività, vedi la rete di concessarie, decretata dal Governo a partire dall’11 Marzo.

Secondo i dati diffusi oggi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le immatricolazioni di autovetture diminuiscono dell’85%, a 28.326 unità rispetto alle 194.302 dello stesso mese dello scorso anno, con una perdita di quasi 166.000 unità. Per ritrovare un numero così basso bisogna ritornare agli inizi degli anni ’60 quando il processo di motorizzazione di massa nel nostro Paese stava muovendo i primi passi. Nessun canale è esente e si va da un -82% tra i privati, al -88% per il noleggio e al -91% per le società.

Secondo Michele Crisci, - Presidente UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere – “ Il tracollo, senza precedenti nella sua dimensione e velocità, del mercato auto che abbiamo visto nelle scorse settimane lasciano presagire una pesantissima caduta del mercato auto nel 2020, che potrebbe chiudere, nel migliore dei casi, intorno a 1.300.000 unità, un terzo in meno rispetto al 2019”.

Il blocco delle attività per i prossimi mesi non colpirà solo le attività di produzione e ma interesserà duramente anche la filiera della distribuzione e assistenza, con il rischio di chiusura di numerose imprese del comparto, per mancanza di fatturato e crisi di liquidità, e con una conseguente perdita di una quota dei 160.000 occupati.

“UNRAE – prosegue Crisci – chiede quindi al Governo l’adozione di misure assolutamente improrogabili a sostegno di un settore che contribuisce al 10% del PIL e genera circa 80 miliardi di Euro annui di gettito fiscale, al fine di evitare la crisi irrisolvibile di numerose imprese del comparto e scongiurare la perdita di migliaia di posti di lavoro”.

Concetti che vengono confermati anche da Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, per il quale “è comunque assolutamente necessario che i pubblici poteri intervengano immediatamente per scongiurare il rischio che la filiera della distribuzione dell’auto subisca danni irreversibili”. Sulle stesse posizioni, Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto l’associazione dei Concessionari, che chiede “I concessionari hanno assoluto bisogno di un’immediata iniezione di liquidità per evitare il dissesto di moltissime aziende, dato che la distribuzione di un prodotto costoso come l’auto, ma con margini limitati, comporta un grande impegno finanziario”.

A tale riguardo da UNRAE è partita una richiesta al Governo di interventi da estendere al 2021, in caso di prolungamento della situazione di crisi, che comporterebbero la modifica dell’ecobonus, inserendo una terza fascia di incentivi per autovetture con emissioni di CO2 da 61 a 95 g/km pari a  2000 euro per l'acquisto di un'autovettura con rottamazione e di 1.000 euro senza rottamazione.

L’obiettivo sarebbe quello di allargare la platea dei veicoli incentivabili a sostegno della domanda e dell'offerta e, sempre secondo l’associazione dei costruttori esteri, andrebbero anche aumentati gli importi unitari della fascia di emissioni di CO2 da 20 a 60 g/km con l’integrazione dell'attuale incentivo di altri 1.500 euro per l'acquisto di un'autovettura con rottamazione (per un totale di 4.000 euro) e di 1.000 euro senza rottamazione (totale 2.500euro ).

Oltre agli incentivi sulle vetture, che andrebbero principalmente a favore degli acquisti fatti dai privati, servirebbe anche il riallineamento fiscale agli standard degli altri Paesi UE sui veicoli aziendali nuovi per rilanciare il settore recuperando in termini di competitività. Per questo ci sarebbero tre linee guida da seguire, l’aumento del tetto del costo deducibile fino a 50.000 euro, l’ammortamento fino al 100% del valore della vettura e l’aumento fino al 100% della detraibilità dell'IVA.

Vedremo quali di queste richieste che arrivano dalla filiera dell’automotive verranno recepite dal Governo, anche per capire se il settore viene considerato strategico per il paese visto l’alto contributo a livello erariale versato annualmente.

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