Mercato auto Europa 2019, chiusura in positivo con lo scatto di dicembre

16 Jan 2020 Paolo Pirovano
Mercato auto Europa 2019, chiusura in positivo con lo scatto di dicembre

Sono stati comunicati oggi dall’ACEA, l’Associazione dei Costruttori Europei, i dati relativi alle immatricolazioni di dicembre per le autovetture nuove nell’Europa dei 28+EFTA. L’ultimo mese del 2019 ha segnato 1.261.742 unità, con un aumento del 21,4% rispetto alle 1.039.272 dello stesso mese del 2018. Il 2019 chiude con un lieve rialzo dell’1,2% a 15.805.752 autovetture rispetto alle 15.624.948 del 2018.

Il risultato di dicembre comunque deve essere valutato con molta attenzione perché risente del massiccio ricorso a immatricolazioni “tattiche” da parte di Case e reti distributive, che hanno preferito smaltire in questo modo vetture che avrebbero influito nella valutazione dei restrittivi target sulle emissioni di CO2 introdotti nel 2020. Tutti i paesi dell’area sono in crescita tranne il piccolo mercato della Norvegia che accusa un calo del 9,7%. Il consuntivo dell’intero 2019 registra una crescita dovuta a incrementi di venti dei trentuno mercati.

Questo risultato è ancora lievemente al di sotto (-1,24%) del livello ante-crisi del 2007, anno in cui si è toccata quota 16.003.436. Mancano ancora 197.684 unità e sarebbe stato colmato se anche l’Italia, come tutti i maggiori mercati europei, avesse raggiunto il volume di immatricolazioni ante-crisi (2007) nei cui confronti accusa invece ancora un calo di 576.786 unità.

“I dati di Dicembre confermano la fondamentale debolezza del mercato auto Europeo – commenta Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere –  che avrebbe chiuso l’anno in calo in assenza dell’ingente ricorso a vendite poco remunerative per il comparto automotive, e già gravato dagli ingenti investimenti richiesti dalle pressanti sfide tecnologiche”.

Come sempre, quasi i tre quarti delle immatricolazioni dell’area riguardano i cinque maggiori mercati, Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Spagna. Il focus sui 5 Major Markets evidenzia il ruolo da leader della Germania con il +19,5%, in dicembre e del 5% nell’intero anno toccando quota 3.607.258 che è il miglior risultato degli ultimi venti anni. Al secondo posto troviamo il Regno Unito che fa invece registrare una crescita del 3,4% in dicembre, ma accusa, per il terzo anno consecutivo un calo che per il 2019 è del 2,4%. Il terzo mercato dell’area, è quello francese, che chiude in positivo sia il mese di dicembre (+27,7% spinto dalle auto-immatricolazioni) sia l’intera annata (+1,9%). Anche in Francia il risultato delle vendite avrebbe potuto essere migliore se la demonizzazione del diesel (fattore che ha influito molto anche in Gran Bretagna) non avesse indotto un numero significativo di potenziali acquirenti a rinviare la sostituzione di vetture diesel non essendo disponibili sul mercato soluzioni alternative comparabili sul piano economico e della versatilità di impiego. Quarto posto tra i grandi per l’Italia dove a dicembre segna un incremento del 12,5%, mentre nell’intero anno supera soltanto in lieve misura (+0,3%) il risultato del 2018, risentendo della persistente debolezza del quadro economico e della confusione sui blocchi della circolazione delle amministrazioni locali. Si espande del 6,6% nel mese ma cala del -4,8% nell’anno la Spagna caratterizzato da una fiacca domanda da parte dei privati, elemento comune in tutto il continente.

Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – “Il mercato dell’auto dell’area UE+Efta chiude il 2109 senza infamia e senza lode, mentre il 2020 si presenta con notevoli difficoltà essenzialmente per le ulteriori restrizioni sulle emissioni di CO2 e per il persistere degli effetti negativi della demonizzazione del diesel”.

Le previsioni per il 2020 saranno fortemente influenzate dalle misure di contenimento delle emissioni di CO2 a cui si dovranno adeguare tutti i costruttori auto e dalle politiche europee verso l’auto elettrica che porterà nei prossimi anni cambiamenti e ripercussioni anche a livello occupazionale e industriale. Da segnalare che il numero delle elettriche vendute in Europa è decisamente modesto, con la sola eccezione della Norvegia, dove sono in vigore incentivi molto elevati. “La perdita di 50.000 posti di lavoro nel 2019 nell’industria automobilistica Tedesca e il recente studio della Piattaforma Nazionale sulla Mobilità Futura istituita dal governo Tedesco, che paventa la perdita di ulteriori 400.000 posti nel prossimo decennio a causa della rapida transizione ai motori a basse emissioni – dichiara Andrea Cardinali – confermano l’urgenza di una politica industriale Europea a supporto del settore automobilistico continentale, che occupa quasi 14 milioni di persone”. Per questo si spera che l’annunciato piano comunitario del Green Deal intervenga anche sul settore automotive.

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