Mercato Auto Novembre, un calo molto preoccupante

02 Dec 2020 Paolo Pirovano
Mercato Auto Novembre, un calo molto preoccupante

La chiusura di novembre in negativo per le immatricolazioni in Italia, apre ad uno scenario particolarmente problematico per tutta la filiera dell’automotive. Il mese chiude in rosso a causa della fine dell’effetto degli incentivi estivi, e dopo un ottobre già negativo, le vendite scendono in modo a 138.405 unità, in calo dell’8,3% rispetto alle 151.001 dello stesso periodo 2019. La situazione avrebbe potuto essere ancora peggiore tenendo in considerazione che c’è stato un giorno lavorativo in più rispetto al novembre 2019, che avrebbe portato ad una flessione del 12,7%. Negli 11 mesi mancano così  515.000 vetture con un pesante calo del 29% (1.261.802 immatricolazioni complessive rispetto alle 1.776.501 del gennaio-novembre 2019).

All’interno di questa situazione sono solo i privati che si confermano l’unico canale di vendita a presentare un incremento negli acquisti mentre sul fronte delle alimentazioni le vetture ibride, plug-in ed elettriche sono le uniche in forte accelerazione. Il risultato, quindi, è stato fortemente influenzato dall’esaurimento dei fondi per gli incentivi alle vetture con emissioni di CO2 da 61 a 110 gr/km, fattore che ha determinato una drastica caduta della domanda proprio all’interno dei privati che sono stati i primi a muoversi per utilizzare l’agevolazione statale

Analizzando la composizione del mercato, a novembre si nota una flessione a doppia cifra delle immatricolazioni di auto a benzina (-37,4%), diesel (-28,4%) e metano (-30,8%). Fra le alimentazioni cresce il Gpl (+14,3%) e una forte accelerazione continuano ad evidenziare le vetture ibride (+206,7%), plug-in ed elettriche che, grazie alle immatricolazioni di contratti precedenti che hanno beneficiato degli incentivi governativi, dove crescono nel mese rispettivamente del 403% e 350%. Le ibride ora superano il 23% di quota avvicinandosi rapidamente al 29% del diesel e al 31% del benzina; salgono al 3,5% del totale le plug-in e al 3,4% le elettriche. Nel complesso, quindi, le ibride, plug-in ed elettriche raggiungono il 30% del mercato. Nel cumulato gennaio-novembre a fronte di una contrazione di quota di benzina, diesel e gpl e una stabilità del metano, crescono le vetture ibride al 15,5% del totale, le plug-in all’1,7% e le elettriche al 2%.

A conferma di quanto sia importante svecchiare il parco auto circolante i numeri che riguardano le emissioni medie. L’introduzione di veicoli nuovi e la conseguente rottamazione delle auto vecchie, ha portato le emissioni medie di CO2 ad una calo del 12,2% a 102,7 g/km rispetto ai 116,9 del novembre 2019. Nel cumulato le emissioni calano dell’8,3% a 109,2 g/km (119,1 g/km negli 11 mesi di un anno fa).

Particolarmente allarmate le voci del comparto a partire da quelle di ANFIA, Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, che attraverso il Presidente Paolo Scudieri ha dichiarato: “Le misure di sostegno alla domanda degli scorsi mesi oltre ad avere un ruolo determinante per la ripartenza del mercato e per il rinnovo del parco circolante in chiave ecologica, hanno anche sortito effetti positivi sulla produzione di autovetture e componenti nel nostro Paese, a beneficio di una filiera industriale per cui il mercato domestico occupa un posto importante accanto ai mercati internazionali. Inoltre, con un mercato nazionale ed europeo ancora sotto pressione a causa della pandemia, negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un sensibile incremento del ricorso alla cassa integrazione da parte delle aziende automotive, una situazione che rischia di peggiorare se non verranno attivati, nel breve, interventi a supporto della domanda che prevediamo vengano ripagati dal maggior gettito fiscale generato, e, nel medio-lungo periodo, provvedimenti che accompagnino la transizione green e digitale della filiera. Ricordo, infine, la necessità di dare sostegno alla ripresa del comparto dei veicoli commerciali leggeri, che vanta un’importante presenza industriale in Italia e che, anche in conseguenza dell’impennata delle vendite online, sta assumendo un ruolo sempre più strategico nella logistica urbana delle merci”.

A questa presa di posizione si è affiancata l’UNRAE, l’Associazione della Case Straniere in Italia: “Non possiamo non ricordare – aggiunge Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE – che gli incentivi estivi hanno rappresentato certamente una boccata di ossigeno per Costruttori e indotto industriale, ma soprattutto hanno prodotto un indubbio beneficio per l’ambiente: grazie agli incentivi, secondo i dati resi noti da Invitalia, sono state rottamate più di 120 mila vetture delle categorie fino a Euro 4, fortemente inquinanti e poco sicure, risparmiando alle nostre città oltre 155 mila tonnellate di CO2 su base annua. Ambiente ed economia hanno dimostrato di poter convivere bene se le manovre sono ben fatte”. “Auspichiamo – conclude Crisci – ugual misure sul 2021 con un rinnovo degli incentivi allo svecchiamento del parco auto per contrastare le attuali condizioni di recessione e una maggiore detraibilità dell’Iva per vetture aziendali, misura già in atto nei maggiori paesi europei e la cui assenza penalizza il nostro mercato perché ne riduce la competitività.”

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