Disaffezione per l’auto? ...ma mi faccia il piacere

Se si fosse interessato di auto e se si fosse recato al Salone di Ginevra, sono più che sicuro che anche il grande Totò avrebbe sparato questa sua famosa risposta a chi gli avesse parlato - come dicono i soliti saputoni che sanno tutto degli umori de

12 Mar 2013 motorpad.it
Disaffezione per l’auto? ...ma mi faccia il piacere
Se si fosse interessato di auto e se si fosse recato al Salone di Ginevra, sono più che sicuro che anche il grande Totò avrebbe sparato questa sua famosa risposta a chi gli avesse parlato - come dicono i soliti saputoni che sanno tutto degli umori della gente - di “disaffezione per l’auto”. E anch’io mi prendo la libertà di mettermi in buona compagnia con il  principe De Curtis ogni volta che devo commentare un Salone.

Restiamo agli ultimi due; Detroit e Ginevra. Del primo abbiamo - tutti - parlato di nuova stagione dell’auto americana, della rinascita delle “Big Three”, del mercato USA in pieno recupero con tutti i benefici riflessi sull’economia del paese e non solo.

Da Ginevra devo confessare che torno davvero un po’ stordito ed euforico. E non è la prima volta nella quarantina circa di edizioni che ho seguito negli anni. Da qualunque parte la si guardi la manifestazione è stata un inno all’ottimismo e ad un’industria dell’auto che avrà sicuramente un futuro difficile e combattuto, ma che avrà anche in sè tutti gli elementi, le volontà e le condizioni per l’immancabile rilancio.

E’ vero, l’Europa (l’area del’Euro per la precisione) soffre, ma ci sono spazi di crescita importanti e, come sempre, si sono viste due cose fondamentali. La prima è stato il  pubblico entusiasta che ha preso letteralmente d’assalto gli stand fino al punto da rendere difficile il lavoro degli addetti nei giorni a loro (a noi) riservati: lotte aperta per una foto o un depliant, per una informazione, per vedere i protagonisti del settore neanche fossero dive dello schermo o del gossip. E poi un numero incredibile di nuovi modelli e di spunti tecnico-stilistici per i prodotti che verranno che di certo non sono il frutto di cervelli e di capacità in  crisi o di aziende sull’orlo di una crisi di sopravvivenza.

Una piccola nota, infine, di carattere sociale che la manifestazione ginevrina mette in risalto forse perchè la Svizzera è il paese della banche che custodiscono i più grandi patrimoni mondiali; non può però sfuggire che un automobilista appassionato disposto a spendere anche più di un milione di euro a Ginevra avrebbe avuto non poche difficoltà a fare la sua scelta.
Vorrà pur dire qualcosa.
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