Peugeot 208 T16: una prova davvero "Speciale" - Parte Seconda

Questa volta abbiamo guidato la Peugeot 208 T16 di Andreucci!

29 Jul 2014 motorpad.it
Peugeot 208 T16: una prova davvero 'Speciale' - Parte Seconda

Della prima parte della giornata di test con la squadra Peugeot e le 208 impegnate nel CIR (Campionato Italiano Rally) ne ho già parlato in un precedente servizio dedicato principalmente alla versione R2, la piccola trazione anteriore affidata all’equipaggio Albertini-Mazzetti.

Il clou della giornata è la possibilità di salire sulla più potente 208 T16, quella che abitualmente utilizza Paolo Andreucci, in coppia con Anna Andreussi e che quest’anno ha già vinto due gare in campionato, Targa Florio e San Marino.

Le differenze sono molte e questa è una vettura da primo posto assoluto, un vera auto da corsa nata per la nuova categoria R5, quella che a breve diventerà la regina del mondo dei rally.

La scheda tecnica basta per mettere qualche apprensione e si basa sul quattro cilindri turbo di 1.598 cc che eroga 280 CV di potenza a 6.000 g/min con una coppia di 400 Nm disponibili già a 2.500 giri. Tutto viene scaricato a terra attraverso la trazione integrale  con due differenziali meccanici con autobloccante ed un cambio sequenziale a cinque rapporti. Per completare le informazioni pesa 1.200 kg e sull’asfalto monta gomme da 225/40 su cerchi da 18.

Basta guardarla per capire che è cattiva e che se vuoi andare veramente forte devi essere un pilota di alto livello e non un debuttante come me.

Tante quindi le differenze rispetto alla 208 R2 guidata qualche ora prima e si vedono già nell’abitacolo con il posto di guida molto basso e arretrato e davanti al volante compare un piccolo display dove ci sono indicate solo le marce e i Led che indicano il momento della cambiata. Tutto il resto è al centro della plancia e al di sotto troviamo i comandi che servono per la gestione dell’avviamento e la procedura avviene in tre fasi a cui si deve aggiungere al via della PS la modalità “Bang”. È l’ultimo ritrovato per avere la massima potenza studiata sui motori turbo ed il nome esatto è Anti Lag System e porta un po’ di cavalli e giri in più semplicemente schiacciando un pulsante.

“Il primo passaggio sfruttalo per capire bene il cambio (spingendo in avanti la leva si scala e tirando indietro si sale di marcia) e fai attenzione alla frizione, non tenerla schiacciata troppo a lungo alla partenza”, sono gli ultimi consigli di Paolo Andreucci. Sarà la paura ma al primo contatto anche per la velocità moderata sembra molto facile da guidare, le gomme tengono alla perfezione, la potenza è tanta e sempre disponibile anche ai bassi: prodigi della sovralimentazione.

Salendo di ritmo la sensazione è che la strada si sia ristretta ed accorciata rispetto alla R2 e la trazione integrale si sente soprattutto in curva, con i freni davvero incisivi (Alcon a 4 pistoni da 300 mm su tutte le ruote). Stiamo sempre parlando di andature da test da parte di giornalisti, lontanissimi da quello che è il limite reale della vettura.

Limite che scopro, a mie spese, facendo qualche passaggio al fianco di Andreucci. Parliamo di calciomercato, come fossimo al bar e non legati dalle cinture a cinque punti, in attesa dell’ok dei commissari di percorso ed in una frazione di secondo sono attaccato al sedile e capisco l’utilità del sistema HANS che ha il mio casco. Nel giro è compresa una bella “shakerata” per scaldare le gomme con una serie di inversioni di marcia in spazi dove, secondo me era impossibile avere lo spazio sufficiente. Inutile dire che Andreucci è andato forte, ad un livello che noi appassionati ed automobilisti non possiamo nemmeno pensare e si capisce che la 208 T16 se l’è proprio cucita addosso. E la sta guidando in assoluta tranquillità tanto che mi fa notare alcuni particolari delle reazioni dell’auto. Insomma è velocissimo ed ha anche il tempo di chiacchierare.

Non si diventa sette volte Campioni Italiani per caso e anche i tecnici francesi di Peugeot Sport lo hanno chiamato a svilupparla insieme a loro.

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