50 ANNI MCLAREN

50 anni McLaren Nel 1963 Bruce McLaren era un promettente pilota di 27  anni impegnato in Formula 1 alla guida delle Cooper con le quali aveva già raccolto  3 vittorie.

28 Jan 2013 motorpad.it
50 ANNI MCLAREN
50 anni McLaren
 
Nel 1963 Bruce McLaren era un promettente pilota di 27  anni impegnato in Formula 1 alla guida delle Cooper con le quali aveva già raccolto  3 vittorie.
Il 2 settembre di quell'anno fonda la Bruce McLare Motor Racing Ltd. a Slough vicino a Londra, squadra che ancora adesso porta il suo nome e che festeggerà il mezzo secolo di storia proprio nel 2013.
Una storia di sport e di grandi successi che partono con il primo modello costruito che, al contrrio di quanto si può pensare, è un prototipo laboratorio, la M1A, da cui nascerà in seguito la M1B vittoriosa al debutto a Mosport (Canada) con alla guida lo stesso costruttore.
 
Qui c'è un'altra delle grandi intuizioni del pilota neozelandese. Capisce che per crescere e sviluppare la sua factory è necessario vendere i telai e il mercato più ricettivo in quel periodo è proprio quello nordamericano, dove la categoria Can-Am muove i primi passi
Proprio qui la McLaren raccoglierà le prime vittorie e grandi successi commerciali e la M1B viene piazzata in 28 esemplari mentre la successiva M6A ne realizza altri 25.
Non poteva essere altrimenti visto il dominio della stagione, 5 vittorie su 6 gare con alla guida lo stesso McLaren che si aggiudica il titolo seguito dal connazionale Dennis Hulme, da sempre parte della famiglia. Parteciperà alla Can-Am ininterrottamente fino al 1972 ottenendo 43 vittorie e 5 campionati con il fido Chevy V8 alle spalle che negli anni cresce di cubatura arrivando fino agli 8.000 cc.
Il dominio della  M8, in tutte le varie versioni, sarà interrotto solo dall'arrivo della incredibile Porsche 917/10 turbo e dalla 917/30 da oltre 1000 CV.
 
Nel frattempo ha dipinto con il colore arancione le carrozzerie delle vetture, l’inconfondibile Orange, un'altra idea di Bruce per far riconoscere meglio le sue auto nelle telecronache che negli USA sono a colori, ottenendo così maggiore visibilità per gli sponsor.
Grazie alle numerose vetture vendute in questo campionato riesce a sviluppare la prima Formula 1 la M2B che debutterà al Gran premio di Monaco del 1966.
La vittoria nella massima formula arriverà due anni dopo nel 1968 quando la casa inglese piazza le sue vetture tre volte al primo posto, una con Mclaren e due con Hulme.
Da allora il totale è arrivato a 182 allori e il primo titolo mondiale conquistato da Emerson Fittipaldi è del 1974 ribadito due anni dopo da James Hunt.
 
La seconda fase della storia McLaren coincide con la morte del fondatore durante dei test privati sulla pista di Goodwood nel 1970, mentre era alla guida della M20 Can-Am.
Le redini della factory vengono prese da Teddy Mayer che continua l’opera producendo telai anche per la Formula 5000 e sbarcando nella Indy Car dove con Johnny Rutherford vince la 500 miglia di Indianapolis nel 1974 e 1976.
Per ragioni di sponsor si perde il colore arancione che ha sempre contraddistinta la scuderia e agli inizi degli anni ’80 avviene un altro avvicendamento alla guida con l’ingresso di Ron Dennis.
Le monoposto prendono l’attuale numerazione partendo con la prima MP4/1, la prima F1 con telaio in carbonio progettata da John Barnard. Questi sono gli anni dei mondiali di Lauda nel 1984, Prost (1985-86-89), Senna (1988-90-91) a cui si aggiungeranno quelli di Hakkinen (1998-99) e l’ultimo di Hamilton nel 2008.
 
Nel frattempo  McLaren sviluppa una incredibile vettura stradale la F1, progettata da Gordon Murray e spinta dal V12 di 6 litri aspirato della BMW. Nella versione GTR vince al debutto la 24 ore di Le Mans del 1995 piazzandosi anche al terzo, quarto e quinto posto.
Diventa così l’unica casa ad aver vinto un mondiale di F1, Indianapolis e Le Mans!
Non sarà l’unica auto costruita perché seguirà la Mercedes SLR con telaio in carbonio e l’attuale MP4 12C attualmente impegnata nelle gare del mondiale GT.
 
Da sottoscrivere la dichiarazione di Ron Dennis:”Bruce McLaren wrote the beginning of the story, and the legend is going to continue for many years to come. I’m only a chapter, not the book, and I want other people to come in and write their own chapter as time goes by. This is a book that’s still being written, and that, perhaps, is the greatest legacy of McLaren.”
Insomma, c’è davvero da festeggiare!
 
 
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