ACI e la mobilità urbana

Una migliore mobilità individuale per risparmiare tempo prezioso.

10 Jul 2014 motorpad.it
ACI e la mobilità urbana

Le principali città italiane sono belle ma invivibili pagano un altissimo spread-mobilità nei confronti degli altri centri europei a causa di traffico, incidenti e inquinamento”. Con questa dichiarazione del presidente dell’Automobile Club d’Italia Angelo Sticchi Damiani si è aperto il convegno “Muoversi meglio in città per muovere l’Italia”, organizzato dalla Fondazione Filippo Caracciolo e dal Centro Studi ACI.

Tutto questo ha un costo enorme per il Paese ed il valore del tempo perso in auto è quantificato in 5 miliardi di euro l’anno, solo considerando le 6 città principali, che diventano una “tassa” di 850 euro a famiglia per gli incidenti stradali o, se vogliamo cambiare parametro, perdiamo 3 giorni all’anno nel traffico.

Dati davvero poco confortanti e sui quali influisce molto il fatto che la mobilità individuale in Italia è affidata quasi esclusivamente all’automobile, il 59% contro il 35 della media europea. Tutto viene confermato anche dall’elevato numero di vetture per abitante: più di 60 per ogni 100 abitanti a Roma o Torino rispetto alle 36 di Londra, 35 di Berlino o 32 di Madrid.

D’altronde si è quasi costretti a dover utilizzare l’auto per gli spostamenti a causa dell’inefficienza del sistema di trasporto pubblico  - del tutto inadeguato a generare una mobilità intermodale efficiente - con mezzi vecchi, velocità medie di percorrenza basse, a cui si aggiungono problemi strutturali come l’alto costo di esercizio e un basso rapporto tra ricavi dai biglietti che coprono solo il 30% dei costi totali.

Se vogliamo ancora peggiorare la situazione basta vedere quanti chilometri di metropolitana sono a disposizione nelle città italiane. Qui il confronto si fa davvero impietoso perché le linee sotterranee sono le meno estese. Milano, per esempio, ha 92 km ed è la 14ma in Europa, Roma 41,5, Napoli 17,8 km, Torino 13,4, Brescia 13,1, Genova 7,1 e Catania 3,8. Numeri che se raffrontati ai 436 km di Londra, ai 293 di Madrid, ai 220 di Parigi e ai 147 di Berlino fanno capire ancora di più le difficoltà di movimento dei cittadini/automobilisti nazionali.

Pochi chilometri corrispondono a poche stazioni: 101 a Milano, 52 a Roma, 21 a Torino, 20 a Napoli, 17 a Brescia, 8 a Genova e 6 a Catania, mentre ce ne sono 315 a Londra, 303 a Parigi, 300 a Madrid e 173 a Berlino. Pochi chilometri, poche stazioni diventano pochi passeggeri: 425 milioni l’anno a Milano e 309 mln a Roma contro i 507 milioni di Berlino, i 601 mln di Madrid, 1 miliardo e 171 milioni di Londra e 1 miliardo e 524 milioni di Parigi.

Per questo ACI auspica un piano di ripensamento della mobilità che diventi un’occasione di rilancio anche per l’economia con un investimento di 50 miliardi di euro in 10 anni, attraverso nuove regole, controlli efficaci e incentivi per le amministrazioni virtuose. Il presidente ACI propone che “di questi fondi l’80% dovrà essere destinato a colmare lo spread infrastrutturale e di offerta del nostro trasporto urbano pubblico, il restante 20% coprirà gli investimenti per la messa in sicurezza dei punti critici, la promozione di servizi di car e bike sharing, il rinnovo del parco veicolare con l’introduzione di veicoli elettrici, la realizzazione di piste ciclabili e l’introduzione di tecnologie per la smart mobility.

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