MotoGp Spagna

Un mondiale falsato, #iostoconvale.

09 Nov 2015 motorpad.it
MotoGp Spagna

Alla fine ha vinto la falsità. Nel motomondiale è arrivato in modo plateale il “biscottone”, cioè la volontà di interferire sul risultato sportivo, sistema (purtroppo) spesso in auge nel calcio, per vari motivi tra cui scommesse e tornaconto. A Valencia, nell’ultimo atto del motomondiale 2015, anche ai più intransigenti non può esser sfuggito la strana condotta di Marquez, pilota HRC, al vertice nelle prove e warm-up, ma che in gara non riesce a superare Lorenzo, leader veloce, salvo non volerlo fare. Nemmeno un attacco, un tentativo, un’entrata in 30 giri. Proprio come uno scudiero! Salvo ricordarsi d’esser rapido a fine GP, perché la Honda dà il meglio quando il peso cala e non incide sulle gomme, permettendo recuperi miracolosi. Anche gli oltre 110.000 spettatori presenti hanno avvertito stranezze in pista e a fine GP hanno tributato maggior onore e gloria a Rossi, sconfitto in modo vergognoso e non a Lorenzo, vincitore di gara e mondiale.  Per tutti il campione è Valentino Rossi, soprattutto per i 24 centauri in pista. In realtà 26, ma solo Lorenzo e Marquez non sono passati a fine gara dal box di Rossi a salutare. 24 dimostrazioni di sportività senza inciuci e due soli assenti, gli attori e autori (anche se non protagonisti) del “biscottone”!

A Valencia è andato in scena il terzo atto di una commedia iniziata in Australia, con colpo di scena in Malesia e degna conclusione in Spagna. Rappresentazione distorta, che nessuno voleva vedere, perché la MotoGP non ha bisogno di teatrini, copioni falsati e azioni alterate solo da chi antepone idee personali in una sfida nella quale non è protagonista per troppi errori suoi e del team HRC. Per la stragrande maggioranza degli sportivi Rossi non ha perso, perché ha fatto il massimo che poteva fare, da ultimo è risalito fino alla quarta posizione in 13 giri, in nemmeno metà gara. Da lì ne mancavano 17 alla fine e non riuscendo a segnare i tempi dei tre spagnoli là davanti, non ha ricucito il gap del suo ritardo, attendendo l’evolversi della situazione. Un’evoluzione che non c’è stata, nonostante il recupero finale di Pedrosa, capace di farsi sotto al duo Lorenzo-Marquez dopo aver sofferto per ¾ di gara. Una volontà subito stroncata dal 93HRC quando terzo, quasi a sottolineare che certe azioni non dovevano accadere. Di fatto Marquez l’unico sorpasso nel GP l’ha fatto sul compagno di squadra. Bravo, azione degna di lode, negata in modo quasi offensivo a chi chiede spiegazioni, facendo l’offeso e parlando di “mancanza di rispetto” verso chi osa pensare ad una combine. Purtroppo per lui lo stesso Lorenzo giù dal podio ha candidamente ammesso che i due della Honda hanno voluto che il titolo restasse in Spagna, giocando una carta nazionalistica, di squadra, in uno sport che, da sempre è e sempre sarà, esclusivamente personale. Impressionante la falsità di Marquez profusa davanti alle tv, col sorriso sempre disegnato sul volto quasi a guisa di scherno, mentre dà spiegazioni che cozzano contro ragionamenti e analisi cronometriche.

Il miracolo in cui tutti speravano non è avvenuto, nonostante il 46 giallo abbia fatto il possibile. Rossi dopo la respinta del suo appello al TAS (tribunale dello sport), sapeva di non poter giocare ad armi pari, perché non aveva un solo avversario, ma una coppia formata da un giovane rancoroso per non esser protagonista nella sfida iridata e da un compagno di squadra costante e molto veloce. Una congiura iberica, ovvio mai ammessa e sempre negata, ordita da Marquez che imputa a Rossi di averlo penalizzato sia in Argentina (contatto di gara e caduta del 93) sia in Olanda, quando Vale vinse tagliando ultima chicane dopo un’entrata kamikaze della Honda sulla M1 in testa. Per queste azioni lesive, senza dar peso alle sue troppe cadute e sbagli tecnici Honda, Marquez ha ordito un complotto agonistico che ha ucciso sportività, correttezza e fair play, pilastri e valori cardine di ogni sport. Perché se non poteva rivincere lui il titolo, non doveva vincerlo Rossi, meglio Lorenzo! Resta l’amaro per un ragionamento stupido e insensato, che ha infangato il titolo mondiale privandolo di logica e valore, mentre si sperava in GP disputati secondo criteri non avvelenati, senza sporcizia, né antisportività. Invece delle ultime settimane resta il ricordo della troppa aggressività di Marquez contro Rossi in Malesia (9 sorpassi in pochi giri) e della subalternità verso Lorenzo a Valencia. Aveva ragione Valentino sin da giovedì, quando ha detto a Carmelo Ezpeleta, boss Dorna: “Tra me e il titolo mondiale ci saranno due Honda, una guidata in modo particolare”. Frase ribadita a fine GP tra i due nel paddock, con faccia cerea del boss per telecamere e microfoni presenti. Vuoi vedere che (forse) anche il n1 di Dorna, nonostante gli appelli al silenzio su quanto accaduto a Sepang, ha capito che Marquez ha corso (poco sportivamente) contro Valentino anche a Valencia? Perché un comportamento così assurdo, vile e arrogante, rischia di offuscare (se non l’ha già fatto) lo spettacolo che da sempre contraddistingue lo show in pista dei veri cavalieri del rischio. Con la Honda che osserva silenziosa le azioni del suo pilota top, promettendo di render pubblica la telemetria che condannerebbe Rossi “calciatore a Sepang”, salvo posticipare al futuro il riscontro determinante. Una specie di prova tv, senza immagini, almeno finora.

Lorenzo però non merita di esser assimilato alle azioni negative del “bimbominchia” perché ha fatto la sua gara, in testa e veloce sin dalle prove, protagonista dalla pole alla bandiera a scacchi. Ha vinto 7 GP in stagione ed è stato in testa per moltissimi giri quindi lode a lui, anche se vince usando la fuga solitaria come tecnica, senza lottare contro gli avversari e di fatto senza mai un duello in gara. Non sembra un plus da esibire! Anzi, semmai risalta la macchia del dopo GP in Malesia, il non aver capito che era meglio tacere, senza intervenire in un affare non suo. In assenza di questi nei si poteva acclamarlo e proclamarlo “world champion” senza macchie. Invece in pochi l’hanno applaudito, anzi sono volati fischi! Il maiorchino non merita la stessa gogna di Marquez, perché ha disputato un grande mondiale, vincendo il quinto titolo iridato della carriera, ma è risultato che non può brillare perché il comportamento assurdo di Marquez nelle ultimi 3 GP, ha infangato il merito sportivo, offuscando e screditando quanto la pista ha sancito. Tra i duellanti ha prevalso l’idiozia del terzo incomodo, dell’imbucato alla festa e per i tifosi di Rossi è dura ingoiare questo rospo amaro, perché Marquez dovrebbe rappresentare il futuro del motomondiale. Con quale faccia Honda e Dorna lo presenteranno alle aziende sponsor? Col sorriso da bravo ragazzo? Impossibile, in meno di un mese ha perso credibilità, rispetto e considerazione. Martedì e mercoledì si svolgeranno a Valencia i consueti test di fine stagione, per verificare il rinnovato regolamento tecnico della centralina unica e le gomme del nuovo fornitore ufficiale, francese. Seguirà la pausa invernale, a febbraio ce ne saranno altri in Malesia, antesignani di una nuova stagione.

Forse nel 2016 si tornerà a scrivere solo di sport.

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