MotoGP Qatar

Valentino corre e domina. Il podio è tripudio tricolore con Dovizioso e Iannone. Marquez sottotono, Pedrosa verso il ritiro?

30 Mar 2015 motorpad.it
MotoGP Qatar

La gara che non ti aspetti diventa spettacolo puro a Losail, circuito qatariota dove ha preso il via il motomondiale edizione 2015. Dopo prove che hanno determinato valori noti con binomio Honda-Marquez in 1a fila, la sorpresa della nuova Ducati desmosedici con Dovizioso in pole e le Yamaha di rincalzo, ecco la  gara e il panorama è sconvolto già dopo la prima curva. Marquez si urta e riparte ultimo, Lorenzo e la coppia degli Andrea in Ducati cercano la fuga, Pedrosa tenta di resistere e Vale Rossi, con il solito start a gambero dà sfoggio a tutte le sue (immense) qualità per riprendere chi vede allontanarsi. A 36 anni non ti aspetti un pilota ancora così determinato e con motivazioni da diciottenne invece il pesarese dà lezioni di guida e ben supportato dalla sua M1 perfettamente registrata da Meregalli, Galbusera & C. inizia a suonare una sinfonia di sorpassi, staccate e giri veloci, che solo la voce ufficiale del motomondiale (bentornato Guido) riesce a coprire ed evidenziare ai massimi.

A metà gara Lorenzo, Dovizioso, Iannone e Rossi sono davanti a tutti. Nella banda dei “magnifici 4” mancano le Honda HRC, ma sono degnamente sostituite dalla biancorosse GP15 made in Borgo Panigale. Valentino portato a termine il riaggancio e conscio che la sua gomma dura anteriore (unico a sceglierla) gli darà più sicurezza a fine gara, si “riposa” qualche giro studiando linee ed avversari. A -6 giri dal traguardo inizia gli attacchi e sferra  quello decisivo a -2, prendendo quel margine che non permette al super motore Ducati di batterlo in volata. Vince una delle gare più belle della sua carriera (109 successi), firmando un GP perfetto, che permette di sognare e sperare nel decimo titolo iridato… Statistiche e numeri lo aiutano: le altre volte che si è laureato Campione del Mondo ha vinto la 1a gara stagionale... 

Un successo che suggella il lavoro di squadra Yamaha, dove la ricerca della perfezione rasenta il parossismo. In gara la M1 di Rossi era una gemma pura, un diamante cristallino, veloce e perfetta in ogni condizione, la “moto dei sogni” che ogni pilota vuole cavalcare. Un gioiello che ha permesso a Rossi di salire a quota 4 nei successi in Qatar (come Stoner) e che gli ha fatto dire a fine GP: "Una delle mie vittorie più belle, anche se l'ho detto tante volte, credo che questa sia davvero speciale. Come il Mugello 2006, dopo il duello con Capirossi e la sua Ducati". La perla numero 109 della sua collana di vittorie è un vero trionfo e la gioia ben presente su viso ed espressioni del pilota di Tavullia, quando nel lungo dopo gara è stato showman. 

La Ducati è stata una bellissima sorpresa e avversaria di rango. Alla fine Dovizioso è battuto, ma non vinto, né umiliato o ridimensionato. Ha trovato un avversario più forte, determinato e questo alla fine ci sta, bisogna metterlo in conto. La pole di Andrea1 non è stata ne sarà una meteora perché la moto ha sorpreso tutti, a cominciare da chi l’ha progettata e costruita, l’ing. Dall’Igna, detto “barbetta”. La GP15 è motoGP di rango elevato ed è nata sana, ora bisogna solo svezzarla e farla crescere. Così l’eletto circo dei protagonisti si allargherà a 6, “i magnifici 6” composti da 2 Honda, 2 Yamaha e 2 Ducati. Spettacolo e divertimento top!

Marquez non è apparso sottotono, ma ha fatto un errore e da ultimo, obbligato a rincorrere e sorpassare tutti per cercare il riaggancio (impossibile) coi fuggitivi. E’ riuscito nell’impresa ed è 5°, oltre non poteva andare oltre sia per mancanza di giri sia perché la sua Honda non era così superiore alle altre e ha segnato punti preziosi per il mondiale. Incolore invece Pedrosa, che nel dopo gara ha reso noto il continuo dolore fisico legato al solito problema agli avambracci (sindrome compartimentale per la quale ha già subito due interventi chirurgici), se continua e non trova soluzione medita addirittura il ritiro dalle corse.

Ora due settimane di stop e poi si va in Texas, Austin, dove tutti dicono “pista congegnale a Marquez”. A noi rivedere un capolavoro italiano ed un podio tutto tricolore non dispiacerebbe, la marcia reale spagnola ci ha proprio stancato. Inoltre Rossi quando vince emoziona e fa sognare. Sembra uno spettacolo di altri tempi, quando battagliava con Biaggi, Gibernau, Stoner e Lorenzo, fulgido esempio di vitalità spazio-tempo. Sorprende che quando molti pensano al ritiro o l’hanno già fatto, lui ritrovi l'entusiasmo dei ragazzini, il divertimento quotidiano coi pilotini dell’academy al Ranch, una forza mentale senza eguali: condizioni accomunate dal piacere della lotta e da quel gusto di adrenalina che tutto permea. Nel cogliere le occasioni, spesso uniche, sta il “plus” del campione vero, dell’animale da gara, dei numeri 1. “Continuerò a correre fino a quando mi divertirò e dimostrerò di andare forte, di vincere della gare”. Lo ha sempre detto e lo  ribadisce appena può. 

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